Sono cambiate le regole del Congedo di Paternità a favore dei dipendenti. Oltre a concedere più giorni ai padri, permettono di ottenere permessi straordinari e retribuiti per supportare le esigenze dei figli. Ecco cosa cambia rispetto al passato.
L’arrivo di un figlio è un momento talmente intenso e importante per la famiglia che persino spendere parole su questo risulta riduttivo e poco rappresentativo. Eppure è solo negli ultimi decenni che la nascita è ritornata al centro della famiglia intera, uscendo da una bolla di genere che riguardava dunque essenzialmente le mamme.
- La svolta nel gennaio 2019: anche il papà al centro della nascita
- Il congedo di paternità è di 7 giorni e entro il 2022 diventerà di 10
- Congedo di paternità: a chi spetta?
- Retribuzione per il congedo di paternità per le varie categorie di lavoratori
- Come richiedere il congedo di paternità
- L’impegno delle aziende per favorire il benessere delle famiglie
- Proteggi la tua famiglia e assicurati la possibilità di intervenire nei momenti difficili
Oggi il papà può assistere al travaglio, al parto e grazie a importanti provvedimenti che hanno riguardato l’Italia ma anche l’intera Europa, essere presente nei primi giorni della vita del bambino e del suo ingresso nella vita familiare con una misura che consente di allontanarsi dal lavoro dipendente continuando a percepire il 100% dello stipendio.
Questo è stato possibile non solo per un cambio di atteggiamento culturale nei confronti della famiglia, vista sempre più come luogo partecipato da tutti i suoi componenti, ma anche e soprattutto grazie alle importanti novità sul Congedo di paternità che hanno allungato ulteriormente il periodo di permesso concesso in modo esclusivo ai neo-papà.
La svolta nel gennaio 2019: anche il papà al centro della nascita
Ti sembra una data troppo recente? Eppure è solo qualche anno fa che l’Italia si è allineata alla maggior parte dei Paesi europei per quanto riguarda la durata del congedo di paternità.
Il primo passo in avanti a favore dei dipendenti è arrivato nel 2012 quando la legge1 ha inserito il congedo obbligatorio e facoltativo per tutti i neo-papà dipendenti non solo in caso di nascita, ma anche di affido e adozione, dunque anche nel caso di famiglia non tradizionale. Questo diritto è stato ribadito e ulteriormente ampliato nel 2016, con una proroga del congedo obbligatorio per i padri lavoratori dipendenti da 2 a 4 giorni, e poi dalla Legge di Bilancio del 2019, che ha portato il numero dei giorni di permesso dal lavoro quando la famiglia cresce a 5, con l’aggiunta di 1 giorno di astensione facoltativo. Proprio quest’ultimo ampliamento è nato in seguito all’adozione dell’accordo “Work Life Balance”, siglato dal Consiglio Europeo e dal Parlamento dell’UE nel gennaio 2019, che prevede un ampliamento graduale di queste misure.
Tutte queste iniziative hanno sempre avuto un unico obiettivo: conciliare la vita lavorativa e familiare in un momento delicato come quello della nascita.
Il congedo di paternità è di 7 giorni e entro il 2022 diventerà di 10
La legge di Bilancio 20202, recependo il citato accordo Work Life Balance,ha aumentato a sette il numero dei giorni di congedo obbligatorio ad uso esclusivo del papà di un neonato o di un figlio adottato o in affido. Entro il 2022 il numero dei giorni di permesso dovrebbe ulteriormente aumentare a dieci.
All’astensione dal lavoro corrisponde un’indennità giornaliera a carico dell’INPS pari al 100% della retribuzione.
Congedo di paternità: a chi spetta?
L’Inps3 ha chiarito in modo chiaro chi possono essere i destinatari del congedo di paternità:
- i padri lavoratori dipendenti, anche adottivi e affidatari, entro e non oltre il quinto mese di vita dalla nascita o dall’adozione e affidamento
- Per quanto riguarda i padri lavoratori dipendenti da amministrazioni pubbliche attendono una norma che individui e definisca gli ambiti, le modalità e i tempi di armonizzazione della disciplina del congedo parentale. Significa che hanno comunque diritto al permesso, come previsto dal Testo Unico Maternità/Paternità4 più l’articolo 43 del CCNL del 2018.
Ai papà liberi professionisti, invece, non sono riconosciute sempre le stesse tutele in termini di congedo dal lavoro, non avendo rapporti di lavoro subordinati che per questo presuppongono una presenza fissa, in orari fissi, in un luogo specifico di lavoro. In parole povere, si suppone che un libero professionista, così come per le ferie personali, possa “organizzarsi” da sé i giorni di congedo. Tuttavia esiste una differenza nel trattamento dei dipendenti e dei professionisti, visto che i secondi possono mantenere le proprie entrate invariate solo se continuano a lavorare. Per questo motivo negli ultimi anni si sono aggiunte tutele anche per i papà:
- I liberi professionisti iscritti alla Gestione Separata Inps hanno diritto al congedo di paternità in presenza di condizioni analoghe a quelle previste per i padri lavoratori dipendenti5.
Retribuzione per il congedo di paternità per le varie categorie di lavoratori
Se sei un dipendente privato o pubblico, hai diritto al 100% della retribuzione per i giorni di congedo di paternità che ti spettano e questi giorni non vanno a incidere sul calcolo delle ferie.
Se invece sei un professionista o un autonomo, esiste la possibilità di rivendicare un trattamento economico in presenza di alcuni requisiti gravi, ovvero nel caso in cui la madre non possa garantire la sua presenza per via di grave malattia, abbandono o decesso. Questo indennizzo è calcolato nella misura dell’80% della retribuzione stimata giornaliera in base al settore di appartenenza, ma è limitato ai lavoratori autonomi nel campo dell’artigianato, commercio, agricoltura (Imprenditore agricolo professionale, coltivatore diretto o mezzadro), pesca, a patto che la madre del bambino sia lavoratrice dipendente o autonoma negli stessi settori appena elencati.
Come richiedere il congedo di paternità
Per i lavoratori dipendenti il congedo obbligatorio è fruibile dal padre entro il quinto mese di vita del bambino (o dall’ingresso in famiglia/Italia in caso di adozioni o affidamenti nazionali/internazionali) e quindi anche durante il congedo di maternità della madre lavoratrice o anche successivamente purché entro i limiti indicati. Questo congedo deve intendersi come diritto esclusivo del papà quindi aggiuntivo a quello della madre e spetta indipendentemente dal diritto della madre al proprio congedo di maternità.
Proteggi la tua salute
Un grande aiuto per guarire presto
Cure e convalescenza possono incidere sul portafoglio: scegli una polizza sanitaria che ti rimborsa gli accertamenti e gli esami medici effettuati nei 100 giorni precedenti e successivi il ricovero. E grazie alle garanzie opzionali, puoi estendere la tua assicurazione sanitaria con le tutele più adatte a te.
Il papà lavoratore dipendente deve comunicare al proprio datore di lavoro le date in cui intende usufruire del congedo almeno 15 giorni prima. Se richiesto in concomitanza dell’evento nascita, il preavviso si calcola sulla data presunta del parto ma va poi confermato in seguito al naturale corso degli eventi.
Nel caso di autonomo, il cui il pagamento delle indennità è erogato direttamente dall’INPS, i neo papà devono presentare domanda direttamente all’Istituto di Previdenza seguendo le indicazioni sul sito ovvero:
- tramite accesso ai servizi online con PIN dispositivo INPS o SPID
- tramite contact center INPS 803164 (o 06164164 da rete mobile);
- tramite patronato.
L’impegno delle aziende per favorire il benessere delle famiglie

Molte aziende, non solo Italiane, oggi scelgono di offrire dei benefit molto più ampi di quelli concessi dalla legge per tutti i genitori – papà e mamme – impegnati nel difficile compito di far crescere un bambino.
Tra queste, Aviva è testimone di una volontà specifica per garantire serenità e tenore di vita ai propri dipendenti nei primi mesi dell’arrivo di un nuovo membro in famiglia: “Concretamente Aviva offre ad ogni neo-genitore, il diritto di usufruire di 5 mesi retribuiti al 100% – si legge in un comunicato dell’azienda – Inoltre, le mamme potranno usufruire di ulteriori 6 mesi retribuiti al 60% (30% Aviva e 30% INPS), mentre i papà potranno estendere il congedo per ulteriori 6 mesi non retribuiti. Nel caso tutti e due i genitori siano dipendenti di Aviva in Italia, il diritto all’aspettativa si applica comunque ad entrambi, anche nello stesso periodo”.
Un impegno che si traduce anche nella volontà di proteggere il benessere quotidiano anche attraverso un programma assicurativo. Oltre a questi programmi per i dipendenti, Aviva ha creato una proposta in difesa della famiglia da eventi spesso complicati da gestire, come una malattia.
Proteggi la tua famiglia e assicurati la possibilità di intervenire nei momenti difficili
La paura più grande di ogni genitore è la gestione di una malattia. Un’evenienza che può riguardare qualsiasi membro della famiglia e rispetto al quale ognuno è disposto a dare tutto ciò che ha a disposizione per poter garantire un decorso più veloce e positivo possibile.
Aviva Malattie è un’assicurazione sanitaria per il rimborso delle spese di cura e per il ricovero. Le spese per convalescenza dopo un ricovero, oppure una malattia, possano incidere decisamente sul budget familiare. Un problema che potrebbe aggiungersi a un altro problema.
Per permetterti una gestione più serena di questi momenti di difficoltà, Malattie ti tutela con un’ assicurazione in grado di rimborsare le spese mediche sostenute durante un ricovero, per un intervento chirurgico o anche per degenze in day-hospital, sia se si tratta di onorari medici che per assistenza o rette di degenza.
Oltre ciò, la polizza Aviva Malattie ti segue rimborsando gli accertamenti e gli esami medici effettuati nei 100 giorni precedenti e successivi il ricovero. Puoi includere garanzie opzionali ed estendere la tua assicurazione sanitaria con le tutele più adatte a te. Grazie al rimborso delle spese di cura, inoltre, Aviva liquida una “diaria sostitutiva” per ogni giorno di ricovero o di day- hospital, anche se hai usufruito del Sistema Sanitario Nazionale e non hai perciò richiesto il rimborso delle spese.
Inoltre, aggiungendo la copertura “Diaria da ricovero malattia”, Aviva, ti sostiene liquidando una somma giornaliera, in caso di malattia o di parto cesareo, per ogni giorno di ricovero per un massimo di 365 giorni per sinistro e per anno assicurativo.
Uno strumento fondamentale, che ti dà un sostegno economico diretto nei momenti difficili.
- Legge n. 92 del 28 giugno 2012
- Articolo 1, comma 342, della legge 27 dicembre 2019, n. 160 (legge di bilancio 2020)
- Pagina sul portale INPS
- D.Lgs. n. 151/2001
- Così sul portale dell’Istituto