Quando in casa c’è un familiare con invalidità o handicap, e sei tu stesso ad occupartene, è possibile che tu possa accedere alle tutele stabilite dalla Legge 104. Ecco cosa prevede e chi può richiederla.
- Come funziona la Legge 104?
- Chi può usufruire della Legge 104?
- Come faccio a sapere posso accedere ai benefici alla Legge 104?
- 1. La visita dal medico curante e la produzione del certificato introduttivo
- 2. Presentare la domanda all’Inps
- 3. Convocazione per la visita di accertamento di prima istanza
- 4. Verbale definitivo e agevolazioni riconosciute
- 5. A seconda del tipo di patologia è possibile essere convocati dall’Inps per una revisione periodica dell’invalidità
- Legge 104: tutte le agevolazioni previste
- In cosa consistono i permessi retribuiti a cui fa riferimento la Legge 104
- Un pensiero in più al futuro, se in famiglia c’è un soggetto più debole
La legge 104 del 19921 è la norma di riferimento per le persone con handicap o disabilità e anche per le persone che se ne prendono cura direttamente (caregiver). La legge prevede una serie di misure che vanno dai permessi retribuiti del lavoratore, alla scelta della sede di lavoro, fino ad arrivare a sgravi fiscali ed altre agevolazioni previste per l’acquisto di determinati beni.
Lo strumento più conosciuto tra quelli messi a disposizione dalla Legge 104 è sicuramente quello che consente ai lavoratori dipendenti di ottenere permessi retribuiti mensili. Questi permessi spettano alla persona con disabilità, se lavoratore, ma anche a chi se ne occupa.
Ci sono dei requisiti ben precisi ed anche piccole modifiche che, nel corso degli anni, sono state apportate sia per evitare che i permessi vengano richiesti a scopi personali che per allineare le misure ai grandi cambiamenti sociali che hanno caratterizzato gli ultimi venti anni. Vediamo meglio il contenuto della Legge 104.
Come funziona la Legge 104?
La legge 104 è un pacchetto di misure rivolte a persone con handicap o disabilità, per garantire sostegno e favorirne l’autonomia e l’integrazione sociale. L’idea alla base della norma è che se una persona con problemi di disabilità o handicap viene correttamente sostenuta e assistita dai familiari, si possono raggiungere maggiore autonomia e integrazione sociale.
Per questo motivo, la legge 104 tenta di agevolare i lavoratori disabili e/o chi si occupa di loro, attraverso una serie di benefici.
I maggiori, e più noti, includono alcuni giorni di permesso retribuito ogni mese, congedi straordinari, oltre alla possibilità di chiedere il riavvicinamento della sede di lavoro alla residenza, se è possibile, ovvero la scelta della sede di lavoro, e – in alcuni casi – l’esonero dai turni notturni e da eventuali reperibilità. Ma non solo.
La legge 104 include anche altre misure, applicabili anche in questo caso in maniera dipendente dal grado di disabilità della persona. A seconda della gravità dell’handicap, possono essere riconosciute detrazioni Irpef su un tetto massimo di spesa, Iva al 4% sull’acquisto di determinati articoli, esenzione dal bollo auto ed esonero dall’imposta di trascrizione sui passaggi di proprietà.
La ratio è sempre la stessa: maggiore è il grado di disabilità, più numerosi sono i benefici concessi alla persona con handicap e/o ai familiari che se ne occupano.
Chi può usufruire della Legge 104?
Per poter beneficiare dei permessi della Legge 104 occorre innanzitutto che l’handicap o la disabilità vengano riconosciuti e che la gravità sia tale da consentire l’accesso a questa agevolazione.
Rientrano nelle disabilità considerate dalla Legge 104 sia quelle fisiche che psichiche o sensoriali.
Chiarito ciò (e più avanti vedremo qual è l’iter per il riconoscimento della disabilità o dell’handicap) è importante sottolineare che hanno diritto a produrre la domanda di accesso alla Legge 104:
- Le persone con handicap2;
- genitori di figli con handicap;
- I parenti di una persona con handicap, entro il secondo grado di parentela;
- I parenti entro il 3° grado di persone con handicap solo se i genitori o il coniuge o convivente della persona disabile abbiano superato i 65 anni di età o abbiano altre patologie che non consentono di svolgere le attività di cura e assistenza.
Come faccio a sapere posso accedere ai benefici alla Legge 104?
Per accedere ai benefici previsti dalla Legge 104 bisogna che l’handicap, la disabilità o l’invalidità civile siano “riconosciuti”: per avviare il processo di riconoscimento e la definizione della gravità (che determina il numero delle agevolazioni alle quali si ha accesso), è necessario trasmettere telematicamente una documentazione medica all’Inps, che certifichi la condizione del richiedente attraverso il portale3.
Le domande di invalidità civile, cecità civile, sordità, handicap e disabilità sono presentate all’Inps secondo modalità stabilite dall’Ente ed esclusivamente per via telematica4.
La presentazione della domanda è informatizzata e deve rispettare alcuni precisi passaggi. Vediamo insieme quali.
1. La visita dal medico curante e la produzione del certificato introduttivo
La prima cosa da fare è rivolgersi al proprio medico curante. Sarà lui che produrrà il certificato introduttivo che attesta la natura e il numero delle infermità invalidanti e che contiene anche i dati anagrafici. Questo certificato (eventualmente corredato da altri certificati specialistici) viene inviato telematicamente all’Inps dal medico stesso.
Una volta compilato il certificato e inviato all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, il medico curante consegna all’interessato un codice univoco generato dal sistema che servirà a identificare la pratica, insieme al certificato originale che ha validità 90 giorni. Se non si presenta la domanda nel tempo di validità del certificato medico, questo va rifatto ex-novo.
2. Presentare la domanda all’Inps
Il cittadino (o un tutore per i minorenni) presenta la domanda all’Inps. La domanda può essere inoltrata autonomamente via web, ma il cittadino deve avere il suo Pin Dispositivo Inps o un’identità digitale SPID. Se è troppo complesso si può ricorrere all’aiuto di un patronato, un CAF o un’associazione di categoria abilitata.
Nella domanda bisogna indicare:
- i dati personali e anagrafici
- il tipo di riconoscimento richiesto (invalidità)
- le informazioni relative alla residenza e all’eventuale stato di ricovero.
- Il certificato introduttivo ottenuto dal medico curante (vedi punto 1).
La domanda di accertamento dell’handicap (Legge 104/92) può essere richiesta anche contemporaneamente alla verifica dell’invalidità e/o della disabilità (Legge 68/99): non è cioè necessario presentare due domande distinte per il riconoscimento dell’invalidità e poi per le agevolazioni permesse dalla Legge 104.
3. Convocazione per la visita di accertamento di prima istanza
In un primo tempo, per l’accertamento della condizione di invalidità, il cittadino viene convocato entro 90 giorni dalla presentazione della domanda, in un giorno e ora stabiliti, presso la ASL più vicina (di competenza). Si tratta di una visita di accertamento eseguita da una commissione medica integrata anche con un medico dell’INPS.
Se la persona non può essere spostata dal suo domicilio o dal luogo di ricovero (perché il trasporto comporta un grave rischio per la salute) è possibile richiedere la visita domiciliare (bisogna rivolgersi al medico per ottenere il nulla-osta).
In caso di assenza alla visita si può richiedere una seconda convocazione. In caso di assenza ingiustificata anche alla seconda convocazione, la domanda viene archiviata e il Cittadino dovrà presentare una nuova domanda, previo rilascio del certificato da parte del Medico curante.
4. Verbale definitivo e agevolazioni riconosciute
A questo punto l’iter iniziale può considerarsi concluso: la ASL invia il verbale definitivo all’Inps, il quale provvede all’invio al cittadino. Da questo momento in poi, a seconda del contenuto del verbale, sarà chiaro il livello di gravità riconosciuto all’handicap, alla disabilità o all’invalidità e dunque anche le agevolazioni corrispondenti assegnate secondo la Legge 104.
5. A seconda del tipo di patologia è possibile essere convocati dall’Inps per una revisione periodica dell’invalidità
In alcuni casi è possibile che l’Inps, a distanza di qualche mese o di qualche anno, convochi il cittadino a visita per verificare il perdurare delle condizioni di difficoltà che rendono necessario l’accesso alle agevolazioni previste dalla Legge 104. Le visite vengono effettuate da una commissione medica direttamente dall’Inps e possono verificare una riduzione, una conferma o un aggravamento delle condizioni della persona.
Legge 104: tutte le agevolazioni previste

La maggior parte delle persone conosce la Legge 104 soprattutto per i permessi retribuiti perl’assistenza, concessiai parenti di persone con disabilità accertata oppure ai disabili stessi. Queste specifiche possibilità sono contenute nell’articolo 33 della legge 104 e prevedono:
- Permessi orari retribuiti giornalieri di 1 o 2 ore, a seconda del contratto di lavoro;
- 3 giorni di permesso mensili, anche frazionabile in ore;
- Se la persona con handicap, invalidità o disabilità è un minore, i genitori possono chiedere il prolungamento del congedo parentale con diritto al 30% della retribuzione, per un massimo di 3 anni, da godere entro il compimento del 12esimo anno del bambino.
La Legge 104 però, oltre i permessi retribuiti, permette di accedere anche a:
- contributi economici per le cure, l’assistenza e i percorsi di riabilitazione;
- agevolazioni per l’ingresso nel mondo del lavoro e per favorire l’integrazione lavorativa;
- contributi economici per effettuare lavori che siano volti all’eliminazione di barriere architettoniche;
- agevolazioni fiscali su mobilità e trasporti (acquisto auto o modifiche ai mezzi di trasporto personali), acquisto di tecnologia e altre spese finalizzate a migliorare la qualità della vita della persona;
In cosa consistono i permessi retribuiti a cui fa riferimento la Legge 104
Se la persona con disabilità o handicap certificati è anche un lavoratore dipendente, ha diritto a tre giorni di permessi retribuiti e straordinari ogni mese. Questi permessi servono quando è necessario fare, ad esempio, visite mediche o diagnostiche oppure terapie specifiche.
I permessi possono anche essere suddivisi in ore. Anche i cosiddetti caregiver, genitori, parenti o affini fino al secondo grado, se dipendenti, possono usufruire di questi permessi quando il verbale definitivo consegnato dalla Asl sottolinei la disabilità grave e quindi l’accesso a questo tipo di agevolazione.
I giorni di permesso non possono essere negati dal datore di lavoro, ma è buona regola richiederli con tempestività per non mettere in difficoltà l’azienda o l’Ente.
I 3 giorni mensili, è bene ricordarlo, non sono recuperabili. Per cui, i permessi non fruiti non potranno essere trasferiti nei mesi successivi.
Un pensiero in più al futuro, se in famiglia c’è un soggetto più debole
Quando una famiglia si trova a gestire una situazione di difficoltà come quella per una disabilità, un handicap o un’invalidità civile, i componenti vengono a contatto con le varie realtà assistenziali del nostro Paese.
Ma non è solo questo. Insieme alla scoperta dei servizi di aiuto e assistenza ai cittadini più deboli e alle loro famiglie, c’è anche una necessità più stringente legata al futuro: cosa accadrebbe se il genitore di un ragazzo disabile oppure il caregiver di una persona con handicap o invalidità dovessero improvvisamente venire a mancare?
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- Testo legge 104
- L’handicap viene considerato grave quando la persona necessita di un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione (art. 3 comma 3, Legge 104/1992).
- Servizio sul portale INPS
- Ai sensi della L. 3 agosto 2009 n. 102 articolo 20